L’emergenza Coronavirus e la necessità di reperire in tempi brevi le mascherine (Chirurgiche e DPI) hanno purtroppo portato, in alcuni casi, alla diffusione di certificati falsi, documenti non conformi e attestazioni volontarie che hanno inquinato il mercato dei DPI e la credibilità del sistema.
Il certificato di attestazione della conformità di un DPI (dispositivo di protezione individuale), per essere valido e conforme, deve essere rilasciato ai sensi del Regolamento UE 425/2016 da un Organismo Notificato dalla Commissione europea, dopo aver ottenuto l’accreditamento da Accredia e l’autorizzazione dai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Sulla base delle verifiche fatte dagli Organismi Notificati, i produttori, gli importatori e chi commercializza, possono apporre la marcatura CE sui prodotti e immetterli sul mercato.
L’emergenza sanitaria ha portato alcuni cambiamenti nella procedura ordinaria di certificazione dei DPI e dei dispositivi medici, secondo i nuovi criteri definiti, prima dal DL 18/2020 e poi dalla Legge 17/2020 “Cura Italia” che hanno disposto una deroga alla procedura ordinaria di valutazione della conformità di DPI e dispositivi medici, in modo da ridurre i tempi di attesa della produzione e della commercializzazione, senza ridurre il livello di qualità e sicurezza atteso.
È su questo ultimo punto che i soci Conforma sono pronti ad assumere, ogni qualvolta dovesse essere necessario, una posizione ferma e decisa per denunciare e contrastare ogni comportamento fraudolento che va contro l’etica e la professionalità che da sempre caratterizza gli Organismi di valutazione della conformità e mina la credibilità dell’intero sistema.
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